La pensione integrativa conviene?
Calo della natalità, aspettative di vita elevate, ingresso nel mercato del lavoro in età avanzata rispetto al passato, discontinuità lavorativa e contratti atipici gettano un cono d’incertezza sul futuro delle persone. Ancor più rilevante per la qualità della vita nella vecchiaia è il sistema pensionistico contributivo che — per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 — garantisce una pensione mensile pari circa a metà dello stipendio percepito. A fronte di questi fattori l’assicurazione pensionistica diventa un’integrazione necessaria per un avvenire sereno. Quale scegliere però? Il mercato propone diverse soluzioni e il contributo di un broker diventa fondamentale per scegliere la più adeguata.
Previdenza complementare: le tipologie
Le forme previdenziali integrative sono diverse fra loro. A oggi, le possibilità vanno dai fondi pensione negoziali riservati a specifiche categorie professionali fino a quelli a cui possono accedere tutti i lavoratori (che ne condividono le medesime condizioni partecipative), dai Piani Individuali Pensionistici (o “Pip”) ai fondi pensione preesistenti creati prima del 1993.
Pensione integrativa quale scegliere
Le PIP sono fra le opzioni più comuni quando si sceglie un’integrazione previdenziale. Si tratta, a tutti gli effetti, di polizze del ramo vita che permettono di creare capitale grazie a versamenti costanti. Dunque, si tratta di veri e propri investimenti assicurativi. Per scegliere l’opzione più adatta occorre capire quanto la pensione statale dovrà essere integrata, poi bisogna considerare la durata dell’assicurazione e altre variabili. Quel che bisogna sapere, però, è che l’integrazione pensionistica conviene sempre. Qualora ti stessi ancora chiedendo se pensione integrativa conviene, la risposta è: sì, sempre, proprio per le ragioni addotte nell’introduzione.
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